«Quella (Cabala de gli Hebrei) primieramente al primo principio attribuisce vn nome ineffabile, da cui secondariamente procedendo quattro, che appresso si risolueno in dodici; i quali migrano per retto in settantadoi, et per obliquo et tetto in cento quaranta quattro; e cossi oltre per quaternarij et duodenarii esplicati, in innumerabili, secondo che innumerabili sono le specie. Et talmente, secondo ciascun nome (per quanto vien commodo al proprio idioma), nominano vn dio, vn angelo, vna intelligenza, vna potestа, la quale й presidente ad vna specie; onde al fine si troua che tutta la deitа si riduce ad vn fonte, come tutta la luce al primo e per sй lucido, e le imagini che sono in diuersi, et numerosi specchi, come in tanti suggetti particulari, ad vn principio formale, et ideale, fonte di quelle». Bruno. Le opere italiane, II. P. 533.